lunedì 27 marzo 2017

Ipnosi e psicosi - Quinta Parte






Risultati immagini per elefante ammaestrato disegno

Uniamo i puntini inserendo in questo disegno anche il racconto dell’ammaestramento degli elefanti da circo (indottrinati con informazioni costanti, circoscritte e fissate dall’abitudine) e pensiamo poi a come risponde il nostro inconscio quando lo istruiamo su ciò che ci proponiamo di fare o raggiungere (vedi il “paradigma del fenicottero” di cui parlo in un altro capitolo). Sarà facile capire come sia possibile che queste leve possano essere utilizzate per arrivare fino all’addestramento e al controllo delle masse con lo scopo di confezionare una credenza, di crearla, o di rafforzarla se già presente. Di creare un bisogno, di sviluppare una tendenza sociale, di manipolare i consensi al fine di promulgare leggi e regole di comportamento a volte innaturali.


  Parlando di manipolazioni, ipnosi, addestramento, non si deve pensare a qualche scena paradossale da film hollywoodiano. Sono dinamiche che si realizzano di solito molto lentamente, e son decisamente meno risonanti e palesi di quanto si possa immaginare. 

  La programmazione della nostra mente comincia nel momento in cui veniamo accolti alla vita con lo schiaffo di un’ostetrica! Immagine colorita, ma che non è priva di un profondo significato, secondo le logiche di quanto appena discusso. Il monito è chiaro e non ammette repliche…! 

  Attraverso molti passaggi (gli insegnamenti scolastici e comunque l’”educazione” a vari livelli, l’indottrinamento secondo una specifica morale o credo religioso, ecc.) arriviamo ben presto a perdere la libertà di esseri illuminati-e-illimitati per la necessità di adeguare i nostri movimenti tra pareti che, attorno a noi, si stringono sempre di più. I nostri equilibri vengono allineati ad un sistema preimpostato e difficilmente riconfigurabile. Subiamo un’alterazione del nostro equilibrio psico-fisico poiché viene compromessa l’interpretazione della realtà ed è disturbata la formulazione dei pensieri, dirottata verso scali ben lontani dall’essere scelti consapevolmente.
  [È “simpatico” notare che questa che ho appena descritto risulta essere, pari pari, la definizione che i vocabolari danno del termine: “psicosi”.]
  Non siamo per natura esseri folli, ma possiamo essere indotti alla pazzia, se perdiamo la consapevolezza e la libertà che, di natura, ci sono proprie.
 
  Tutto quanto visto in questo capitolo non è unicamente la rappresentazione critica di un “malanno sociale”. È possibile che

lunedì 20 marzo 2017

Ipnosi e psicosi - Quarta Parte







  La confusione che destabilizza il soggetto, nel caso descritto nei post precedenti, è creata dalla carenza di informazioni sicure. Il bagaglio di conoscenze di un bambino è molto ridotto e le sue convinzioni, prima di diventare tali, sono soggette al filtro dell’approvazione dei “saggi” che lo circondano (in particolar modo i genitori, ovviamente). Nel momento in cui le sue fonti forniscono informazioni incoerenti si trova spiazzato ed è spinto a cercare delle conferme dall’esterno per qualcosa che non ha un suo spazio sicuro e definito dentro di lui. Se quello che ha sempre saputo si rivela “inconsistente”, la prima alternativa sostituibile che gli si presenterà
(specie nel primo lasso di tempo in cui si trova ancora spiazzato e incredulo) diventerà per lui molto attrattiva, uno scoglio al quale aggrapparsi in acque sconosciute. Magari poi si rivelerà essere solo un grumo di alghe che sprofonda appena sfiorato…ma è un rischio che non viene valutato se non quando ci si trova di nuovo con l’acqua alla gola.

  Si tratta di una storiella, un semplice aneddoto, certo. Può però rappresentare un esempio concreto di come funziona il meccanismo dell’indottrinamento, quindi del controllo.

  [È interessante constatare quanto sia molto più concretizzabile l’applicazione di tecniche di manipolazione in un’epoca storica come quella attuale, sconvolta costantemente da cambiamenti sociali, tecnologici, ambientali rapidissimi.
  Il progressismo globale porta l’essere umano ad essere molto più avvezzo al cambiamento, molto più abituato a vedere che le cose attorno a lui mutano. Cambiano le morali, i costumi, le dinamiche relazionali. Cambiano i bisogni, le emozioni. Cambia il modo di alimentarsi, di vestirsi, di rapportarsi con la natura, con le “cose” e con la spiritualità. Cambiano le malattie così come i gusti e le mode.
  Siamo perciò anche più predisposti ad accettare le novità e a mettere in dubbio quanto vissuto in passato per far spazio a qualcosa di alternativo e sconosciuto. Le “certezze” si costruiscono molto più rapidamente, e altrettanto velocemente vengono sgretolate sotto i colpi di nuovi input.
  Costruiamo il castello che governa il regno delle nostre convinzioni con carte da gioco e gomma da masticare.
  Solo 100, 150 anni fa sarebbe stato molto più difficile convincere un contadino che potesse esistere qualcosa di alternativo a quello che viveva, uguale a se stesso, giorno dopo giorno, per tutta la sua vita. Ed era molto più arduo scollarlo da princìpi dogmatici mai messi in discussione …(come le credenze religiose tramandate da decine di generazioni precedenti e sempre accettate come “verità assoluta”).
  Ora basta che un TG lanci un servizio sugli U.F.O. perché si sia disposti a valutare l’ipotesi che esistano gli alieni…!]

  Comunque…