Uniamo i puntini
inserendo in questo disegno anche il racconto dell’ammaestramento degli
elefanti da circo (indottrinati con informazioni costanti, circoscritte e
fissate dall’abitudine) e pensiamo poi a come risponde il nostro inconscio
quando lo istruiamo su ciò che ci proponiamo di fare o raggiungere (vedi il “paradigma del
fenicottero” di cui parlo in un altro capitolo). Sarà facile capire come sia
possibile che queste leve possano essere utilizzate per arrivare fino
all’addestramento e al controllo delle masse con lo scopo di confezionare una
credenza, di crearla, o di rafforzarla se già presente. Di creare un bisogno,
di sviluppare una tendenza sociale, di manipolare i consensi al fine di
promulgare leggi e regole di comportamento a volte innaturali.
Parlando di
manipolazioni, ipnosi, addestramento, non si deve pensare a qualche scena paradossale
da film hollywoodiano. Sono dinamiche
che si realizzano di solito molto lentamente, e son decisamente meno risonanti
e palesi di quanto si possa immaginare.
La programmazione della nostra mente comincia
nel momento in cui veniamo accolti alla vita con lo schiaffo di un’ostetrica!
Immagine colorita, ma che non è priva di un profondo significato, secondo le
logiche di quanto appena discusso. Il monito è chiaro e non ammette repliche…!
Attraverso molti passaggi (gli insegnamenti
scolastici e comunque l’”educazione” a vari livelli, l’indottrinamento secondo
una specifica morale o credo religioso, ecc.) arriviamo ben presto a perdere la
libertà di esseri illuminati-e-illimitati
per la necessità di adeguare i nostri movimenti tra pareti che, attorno a noi,
si stringono sempre di più. I nostri equilibri vengono allineati ad un sistema
preimpostato e difficilmente riconfigurabile. Subiamo un’alterazione del nostro
equilibrio psico-fisico poiché viene compromessa l’interpretazione della realtà
ed è disturbata la formulazione dei pensieri, dirottata verso scali ben lontani
dall’essere scelti consapevolmente.
[È “simpatico”
notare che questa che ho appena descritto risulta essere, pari pari, la definizione
che i vocabolari danno del termine: “psicosi”.]
Non siamo per natura esseri folli, ma
possiamo essere indotti alla pazzia, se perdiamo la consapevolezza e la libertà
che, di natura, ci sono proprie.
Tutto quanto visto in questo capitolo non è
unicamente la rappresentazione critica di un “malanno sociale”. È possibile che